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Esplosione Viale Monza 112
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Il crollo di viale Monza: l’Aem deve pagare i danni
È il 30 settembre del 1994. Alle 9,45 la palazzina al numero 112 di viale Monza crolla per una fuga di gas. Oggi, a sei anni di distanza, sarà l’Aem, l’azienda energetica municipale, a risarcire i danni per quella tragedia. Lo ha stabilito con una sentenza il giudice della dodicesima sezione del tribunale civile che ha fissato in quasi cinque miliardi il tetto della somma da dividere tra le 44 vittime. Una decisione che ha del pionieristico: «È la prima volta che in Italia si riconosce la responsabilità di un’azienda in un caso di esplosione in appartamento – commenta l’avvocato Giuseppe Aldinio, promotore della causa civile – di solito, risponde degli incidenti fino al contatore». Le motivazioni, firmate dal magistrato Domenico Chindemi non sono ancora state pubblicate. Ma il dispositivo della sentenza lascia intravedere il ragionamento: «vi si legge il riconoscimento della negligenza dell’Aem – dice ancora il legale – tutta la nostra linea difensiva puntava a ritenere la municipalizzata responsabile per il mancato controllo dello stato degli appartamenti». Lo scoppio di quella mattina, hanno accertato le perizie, partì dal quinto piano della palazzina liberty. Un appartamento saturo di gas, per la perdita di un flessibile, determinò la tragedia. In sette rimasero uccisi; 13 furono i feriti gravi. Ma il processo penale, intentato in prima battuta da superstiti e parenti delle vittime, finì con una archiviazione. Per i giudici, era impossibile accertare nel dettaglio le responsabilità. Il fatto poi che la perizia riuscì a circostanziare la fuga di gas metano, non spiegò comunque se si fosse trattato di fatto accidentale, di cattiva manutenzione o di un tentativo di suicidio degenerato. Ora il tribunale civile rende ragione alle vittime. E assicura loro quanto meno il risarcimento dei danni. Due miliardi, e cioè il massimale di polizza assicurativa, erano già stati liquidati. All’Aem toccherà pagare la differenza: quattro miliardi e 64 milioni che, tenuto conto degli interessi maturati in questi sei anni, salgono a quasi cinque miliardi di lire. Per Lorenzo , che nel crollo di viale Monza perse il figlio Daniele, di 19 anni, «una sentenza che ripaga solo in parte delle sofferenze». La prudenza, dopo tanti anni di carte bollate e burocrazia, prevale sulla soddisfazione. «Andiamoci piano, aspettiamo le motivazioni – dice – Speriamo che adesso non si intentino ricorsi su ricorsi. Solo così le nostre ferite potranno cominciare a rimarginarsi». Resta, comunque, la soddisfazione di aver contribuito a cambiare almeno le regole assicurative: «il massimale in casi come questi è passato da due a 12 miliardi ed è caduta la pregiudiziale sulla negligenza dell’utente. Ora l’assicurazione risponde anche in caso di tentato suicidio».
Fonte: Gorla Precotto